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Negli ultimi decenni, e contemporaneamente all'emergere di nuove tecnologie che hanno finito per scansionare la maggior parte dei processi del film, il documentario ha conosciuto una crescita notoria e sistematica in tutto il mondo. Nel nostro paese, e da più di un decennio, una produzione che prima era legata quasi esclusivamente alla fiction si è arricchita di nuovi argomenti, nuovi approcci, nuove geografie, nuovi dilemmi.
È in questo contesto che FIDBA viene proposta come prima. Festival internazionale del cinema dedicato a questo genere, in cui i film con gli stessi fan - purché riteniamo che le forme e le modalità del film documentario siano diverse da quelle della fiction - possono incontrarsi e dialogare tra loro e con il pubblico. Se il documentario è un punto d'incontro per la FIDBA, lo è nella misura in cui propone un'interpellanza alle memorie poco conosciute, inquietanti presenti e (nostro) futuro sospesi. FIDBA sarà quindi un approccio non solo tra pubblico, registi e pensatori legato al documentario, ma anche in relazione alle possibilità sempre stimolanti che consentono di aprire questo spazio ad altre espressioni di confine ed eterodosse incorniciate all'interno di ciò che chiameremmo «saggistica» e che ci incoraggiano a dialogare con espressioni contemporanee che vanno oltre lo scopo del film.
La FIDBA presterà particolare attenzione a quei registi per i quali il cinema è legato a una forma di ricerca e conoscenza del mondo che ci circonda per quanto riguarda il ritratto di esseri umani le cui condizioni di vita, in determinati contesti storici e sociali, ti permettono di chiederci informazioni sul nostro. Sono quindi autori che non solo riflettono la realtà, ma anche il rapporto etico e morale che implica filmare l'altro.
FIDBA mira a diventare un punto di supporto per i registi che cercano di ampliare la percezione della realtà e per i film che rappresentano un passo avanti nello sforzo di comprenderla e anticiparla. Quindi, si concentrerà su film la cui originalità estetica mette a rischio non solo un'idea del documentario, ma anche un pensiero sullo stesso film e sulle sue possibilità. Poiché questa attenzione implica mettere in discussione lo status del fronte reale della macchina da presa o del film rispetto alla realtà, ciò è altrettanto inseparabile dalle mediazioni che ne derivano.